
Il prof e la studentessa. Ma ora, in queste condizioni, dico che non è possibile». Scuole sicure. Repubblica li ha messi a confronto via Meet, un dialogo a distanza, mille chilometri e una generazione in mezzo. E noi li stiamo pagando, più di tutti chi vive in case piccole, con più fratelli, connessioni precarie, mancanza di dispositivi. Il professore: «Credi che a me non manchi? Ma ammettiamolo, anche in presenza con tutte le misure da rispettare non è pienamente scuola: io sono uno che gira tra i banchi, invece mi ritrovo a stare in cattedra senza nemmeno poter passare una penna, correggere da vicino, usare i laboratori dovendo continuamente richiamare i miei ragazzi a non girarsi, a tenere la mascherina». La studentessa: «Io non rinuncio alla presenza solo perché è più difficile e poi succede anche in Dad, se spengo la telecamera lei non mi vede più e mi deve richiamare». Il professore: «Il problema è che voi vi vedete poi fuori, mentre i ragazzi non dovrebbero incontrarsi.
A dir la verità mi sono concentrata più sul corso che sul borgo. E come ti trovi? Mi piace poter scegliere gli esami e poterli rifare. Riesco ad avere un aggancio ravvicinato con i professori, e afferrare davvero come lavorano. In India abitualmente si fa quello che dice il professore e basta. Università di Pavia. Cosa ne pensi delle opportunità affinché offre la tua università? Studio in inglese. Il mio corso è in inglese.
Come si studia all'estero? Ogni giorno sei felice, nulla va storto. Festa tutti i giorni e non studi giammai oh! Mmm… non proprio! Fatevelo discorrere da me, che di Erasmus ne ho fatti due e sono pronta a condividere con voi i miei racconti dal fronte. Chi vi parla?