
Scritto da Dott. Davide Algeri il 28 Aprile Sessuologia clinica e parafilie Tags Martina è una donna di 39 anni che ha da sempre avuto un rapporto sessuale di piena libertà e consapevolezza nei confronti del sesso. Intraprende una relazione con un uomo che si presenta come un Dominante e che pratica questo tipo di rapporto da molto tempo. Eppure, man mano che la conoscenza diventa più intima, comincia a chiedersi se provando possa piacerle. Inizialmente Martina lo fa come sfida personale: parte con stimolazioni che non si possono definire realmente dolorose per arrivare, nel giro di pochi mesi, a subire sessioni anche molto dure e di intenso dolore, dolore che assume pian piano una forma differente perché seguito da un forte piacere. Inoltre, portare i marchi sulla pelle lasciati da fruste o corde la fanno sentire più sicura e più forte.
WhatsApp Dal sadomaso al feticismo, passando per bondage e tanto altro. Sono decine le perversioni sessuali che nei secoli la mente umana è riuscita a concepire. Il minimo comune denominatore è: non esistono limiti. Nemmeno quelli affinché imporrebbe il comune senso della casto o, banalmente, il rispetto del adatto corpo. Nel carnet del sesso finale non, mancano, infatti, atti volti a provocare o a ricevere dolore, i quali, talvolta, comportano lesioni gravissime oppure, addirittura, la morte. Bondage In questa ultima categoria rientra il bondage, attivitа di origine asiatica che consiste nella limitazione della capacità di movimento oppure sensoriale del partner. Le tecniche più comuni possono essere raggruppate in diverse categorie. Non mancano la separazione oppure la divaricazione degli arti, il esse collegamento a oggetti esterni muri oppure sostegni, sino alla sospensione vera e propria del corpo. La pericolosità è evidente: basta un nodo fatto ingiustamente, un movimento sbagliato per provocare la rottura di un arto o, peggiore, il soffocamento.
Parafilie: quando il sesso non segue le convenzioni I comportamenti sessuali non convenzionali tra normalità e psicopatologia Incontra ciascuno psicologo di Redazione Quello delle parafilie, o comportamenti sessuali non convenzionali, è un argomento ancora molto dibattuto in psicologia, soprattutto perché contaminato da aspetti storici e culturali. Quando è adatto chiedere un aiuto psicoterapeutico? Oggi, per riferirsi a tutti quegli interessi e pratiche erotiche ritenute atipiche, sessuologi, psichiatri e psicoterapeuti parlano di parafilie. Il termine deriva dal greco para d'intorno e filia amore e si riferisce a impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti, che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali, distanti da quelli comunemente previsti nella pratica sessuale. Per quanto ampiamente studiato e detto sui manuali di psicopatologia, il essenza di parafilia è ancora oggi composito e dibattuto, soprattutto perché strettamente vincolato a norme sessuali e culturali radicate nel senso comune, ma che variano molto a seconda del contesto credente, geografico e storico: pochi disturbi psichiatrici sono accompagnati da considerazioni moralistiche come lo sono le parafilie. Oggi la società descritta da Freud è cambiata, ma sotto molti aspetti i messaggi contraddittori continuano a esistere: basti badare alla distanza tra la vita sessuale prescritta dai dogmi di alcune religioni e quello che troviamo sul web e in televisione. La sessualità effeminato, in particolare, è entrata in atteggiamento sempre più esplicito nella cultura cittadino, senza essere accompagnata da una vera educazione e consapevolezza a livello assistenziale. Il fatto che, per esempio, si provi eccitazione leggendo un fumetto carnale, o che uno o entrambi i membri della coppia interpretino ruoli indossando una precisa tipologia di indumenti, costituisce una parafilia, ma non una psicopatologia. Inoltre, il solo desiderio non è sufficiente alla diagnosi: un aspetto centrato contenuto nel DSM 5 è la distinzione tra desiderio e azione.